Abbiamo preso spunto dall’Enciclica di Papa Francesco “Dilexit nos”, che ci ricorda quanto sia importante mettere il cuore al centro delle nostre azioni, nelle nostre parole e nella nostra vita.
Parlare del cuore è fondamentale in un momento in cui tutto sembra procedere in una società di consumatori seriali che vivono alla giornata, dominati dai ritmi e dai rumori della tecnologia. Questo è un altro importante punto sul quale vogliamo soffermarci attraverso la rappresentazione di questo Presepe: Il ritmo del cuore, il ritmo che dobbiamo tornare ad ascoltare, l’unico rumore che deve moderare i nostri sentimenti e la nostra immaginazione.
Nella società di oggi l’uomo è frastornato e diviso da modelli di comportamento troppo razionali oppure all’opposto totalmente istintuali. Papa Francesco ci ricorda: “Manca il Cuore!”
Il Cuore nel tempo è stato svalutato ed oggi facciamo fatica a riconoscerlo, a metterlo al centro della nostra vita. Il cuore ci mette in relazione con l’altro, ci permette di essere autentici e di avere convinzioni profonde e giuste, non condizionabili da un soffio di vento.
Quando si usa il cuore si raggiunge una conoscenza più piena e profonda di qualsiasi cosa dobbiamo affrontare, il Cuore ci offre la possibilità di andare oltre, di afferrare il vero senso delle cose per poterci fin da adesso interrogare su noi stessi: “chi sono veramente, che cosa cerco, che senso voglio che abbiano la mia vita, le mie scelte e le mie azioni?”
Fermiamoci davanti al Presepe quest’anno, facciamo una pausa e dimentichiamoci chi siamo ma facciamoci coinvolgere dall’ambientazione di questo cuore che ci accoglie denso di amore, dove possiamo trovare Gesù che ci ama incondizionatamente e ritroviamo il giusto senso delle cose. Ripartiamo dal battito del nostro cuore, impariamo ad ascoltarlo, perché è da qui che si può rimettere in ordine la nostra vita ed i nostri rapporti.
“Andiamo al Cuore di Cristo, il centro del suo essere, che è fornace ardente di Amore Divino e umano ed è la massima pienezza che possa raggiungere l’essere umano. E’ lì, in quel Cuore, che riconosciamo finalmente noi stessi ed impariamo ad amare”.
Infine inginocchiamoci davanti a Gesù e chiediamogli di avere ancora una volta compassione di questa terra ferita, che lui ha voluto abitare come uno di noi. Il cuore di nessuno può essere completamente felice in questi anni in cui assistiamo alla sofferenza di popoli che vivono la guerra e di conseguenza il dolore della perdita di famigliari, il dolore per la perdita delle proprie case, la povertà e l’indigenza.
Preghiamo con tutto il nostro cuore!
Gaps (Gruppo Amici Presepe Santo Stefano)