Palma Soriano, domenica 10 di aprile 2022
(Domenica delle Palme)
Carissimi amici,
vi saluto calorosamente, e non solo perché qui fa molto caldo! Abbiamo iniziato oggi la Settimana Santa: sia questo il tempo in cui ci lasciamo trasformare dall’amore di Cristo, che si dona e ci rinnova. Il tempo di Quaresima è stata una occasione per riflettere, sia in parrocchia che nelle varie comunità sull’amore misericordioso di Dio. Soprattutto nei villaggi, oltre che parole, i bambini hanno bisogno di “sperimentare” che è possibile vivere il Vangelo. Noi cerchiamo di seminare… in queste settimane stiamo facendo un grande sforzo per raggiungere tutti i villaggi in modo da far vivere il mistero pasquale: non sarà possibile andare dovunque nel Triduo Pasquale, ma vivremo una Settimana Santa un po’ più allargata. Questo è un aspetto che mi colpisce molto: celebro il Natale dai primi di dicembre fino ai primi giorni dell’anno e già da una settimana sto celebrando la Domenica delle Palme. D’altra parte, questo è l’unico modo per poter vivere un minimo di continuità nel cammino di fede. Quindi celebreremo la Pasqua fino a quasi la fine del mese di aprile…
Quota 180. In queste settimane è cresciuto il numero di ragazzi che partecipano al dopo scuola: siamo arrivati a più di 180 e abbiamo aperto una sede distaccata a Nuevo Palma. È un progetto molto interessante che ci permette di raggiungere moltissimi ragazzi che mai verrebbero nei nostri ambienti e che hanno bisogno di una parola “buona”, oltre che di ripassare le materie scolastiche. Anche questo è un modo di essere chiesa in uscita. Gestire questi numeri inizia a diventare impegnativo: spazi, orari, presenze, assenze, iscrizioni, incontri con i genitori (molto più frequentemente le nonne, le zie, o un adulto che si prende cura)… però ne vale la pena.
Ma stiamo dando i numeri? Ogni tanto, mi chiedo se nel descrivere le fatiche e le povertà cubane non sia esagerato, non mi lasci prendere la mano (sicuramente l’impatto di chi da un paese ricco vada a vivere in un paese povero è forte, indipendentemente da quanto povero sia il paese in questione). Sono io che penso che la situazione sia critica, oppure oggettivamente è così? Così ho cercato di documentarmi un po’ ed ho letto l’indice annuale di miseria di Steve Hanke (dell’università Johns Hopkins), che mette in ordine i 156 paesi con più miseria. Ho scoperto che Cuba occupa il primo posto, ossia è il paese più
miserabile, tenuto in conto l’alto tasso di inflazione, la disoccupazione, i prestiti bancari. Al secondo posto di questa classifica si colloca il Venezuela e al terzo posto il Sudan. L’inflazione reale annuale nel 2021 è stata stimata intorno al 1221,8%, mentre quella dichiarata dallo stato è stata del 60% e dagli economisti cubani attorno al 500%. La situazione non è sempre stata così, perché tre anni fa Cuba non figurava nemmeno nei primi cento paesi più miseri: si tratta quindi di un tracollo economico molto veloce e dagli effetti dirompenti. Per chi ama i numeri, questi dati aiutano a capire la situazione difficile che ha portato negli ultimi mesi ad un esodo di massa senza precedenti (forse addirittura superiore a quello dell’immediatezza della Rivoluzione, quando tra fughe ed espulsioni la popolazione diminuì sensibilmente e a quello conseguente alla fine dell’URSS, dove persino vennero svuotate le carceri e imbarcate a forza le persone verso gli USA): solo il giorno 27 di marzo 1500 cubani hanno chiesto asilo politico, entrando negli USA via Messico; ogni giorno “scompare” qualcuna delle persone conosciute, anche membri della comunità. Vivere a Cuba oggigiorno è davvero complicato e si fanno sempre più code per riuscire a comprare sempre meno (anche il pane ultimamente arriva a singhiozzo perché non c’è benzina per il trasporto o non arriva la farina). Molti prodotti basici sono introvabili e la gente si rivolge al mercato “informale”, dove i prezzi salgono continuamente e il rischio di contraffazioni o alterazioni è altissimo. A volte i genitori non fanno andare i figli a scuola, perché non hanno nulla da dar loro da portare come pranzo. Recentemente manca l’olio (l’unico che in precedenza si trovava era quello di soia) e sono state ricoverate diverse persone perché quello che hanno comprato era in realtà olio del
motore degli aerei diluito. A volte anche per la mensa parrocchiale siamo in affanno e, cosa mai capitata fino ad ora, non sempre riusciamo a garantire la carne. Abbiamo procurato del pollo e per settimane abbiamo cercato carne di maiale, che abbiamo procurato in questi giorni. Anche per me e don Adriano la varietà di cibo si è ridotta… questa fatica è parte della condivisione della quotidianità della nostra gente. Sono ricominciati i black-out programmati per risparmiare petrolio, anche se per fortuna la nostra zona non è molto danneggiata. La benzina e il diesel vengono razionati (a volte non più di 20 litri e con il permesso del partito) e il trasporto è molto in difficoltà.
Nuove nazionalizzazioni. Recentemente è stata approvata una legge che consente allo Stato di nazionalizzare beni mobili e immobili per l’interesse nazionale, anche senza un congruo risarcimento. Di fatto si legalizza l’esproprio dei beni, come accadde nell’immediatezza della rivoluzione, dove furono nazionalizzate tutte le imprese. Di fronte alla mancanza di risarcimento per le aziende statunitensi nell’isola, gli Stati Uniti introdussero l’embargo. Questa nuova legge rende più insicuri gli investimenti (locali o stranieri) perché ad un certo punto potrebbero essere espropriati.
Ma lo volete o no ‘sto regalo? Da prima di Natale la diocesi di Santiago vuole regalare alcune decine di concentratori di ossigeno (da usare al posto delle bombole di ossigeno) ad alcune istituzioni pubbliche, per venire incontro alla difficile situazione del sistema sanitario. Sono passate diverse settimane per sapere quale fosse l’interlocutore a cui inoltrare la domanda. Poi sono passate altre settimane prima che l’istituzione incaricata ci abbia contattato per ritirare questi macchinari. Sembra quasi che facciano loro un favore a noi a ritirare questi “doni”, come se non ne avessero affatto bisogno. La burocrazia passa sulla testa delle persone, senza minimamente considerare le fatiche e le sofferenze. Ancora una volta l’ideologia ha la meglio: non si può dire che lo stato è in affanno e che ha bisogno di aiuto! Quando in seminario in teologia morale si studiavano le strutture di peccato mi sembravano cose astratte e lontane… ora ho proprio l’impressione di esserci finito dentro. Per fortuna questa settimana siamo riusciti a donare i nostri 6 macchinari: quattro per l’ospedale e due per le ambulanze. Naturalmente queste donazioni non fanno notizia, mentre 10 ventilatori polmonari donati dalla Cina sono finiti sul giornale e in tutti i notiziari!
Anche quest’anno celebriamo la Pasqua. In un simile contesto emerge fortemente come la speranza cristiana sia annuncio di un Regno che non è di questo mondo e che nella passione, morte e risurrezione di Gesù irrompe nel mondo, lacerando il cielo vecchio e lasciando intravvedere la nuova umanità. La gente ha bisogno di un messaggio di speranza e di sentirsi amata da Qualcuno, anche se a volte non ne è consapevole.
La mia salute. Finalmente sembra che i miei problemi digestivi siano stati risolti e anche il pancreas va meglio. Per quanto riguarda il ginocchio, ho deciso di rimandare la protesi, cercando di resistere il più possibile… per questo motivo rientrerò in Italia con calma dopo l’estate.
Buona Settimana Santa (o, come si dice in Rito Ambrosiano, Buona Settimana Autentica) a tutti! Che il Signore Risorto possa illuminare le nostre esistenze e la pace che Egli è venuto a portare possa continuamente generare la nuova umanità.
Un forte abbraccio,
padre Marco