Con il numero di gennaio di “Comunità Viva” abbiamo conosciuto la copertina che ci accompagnerà in questo anno. Ma cosa rappresenta? Quale messaggio ci vuole comunicare?
L’idea guida è quella del Sinodo che si è aperto nel mese di ottobre 2021 dal titolo “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. In questo cambiamento d’epoca che stiamo vivendo anche la Chiesa deve saper leggere i segni dei tempi per rinnovarsi. Così sullo sfondo della copertina troviamo la facciata di una Chiesa in rovina, immagine di una Chiesa ripiegata su se stessa che ripete parole e azioni che non comunicano più nulla. Mentre in primo piano ci sono due mani che provano a costruire una Chiesa nuova che non si lascia impaurire ma con la forza delle Spirito tenta strade nuove per portare a tutti l’annuncio del Vangelo. È il compito che Gesù affidò anche a San Francesco:
“Il giovane Francesco, ancora all’inizio nella sua ricerca spirituale, un giorno era uscito nella campagna per meditare. Trovandosi a passare vicino alla chiesa di San Damiano, che minacciava rovina, vecchia com’era, spinto dall’impulso dello Spirito Santo, vi entrò per pregare. Pregando inginocchiato davanti all’immagine del Crocifisso, si sentì invadere da una grande consolazione spirituale e, mentre fissava gli occhi pieni di lacrime nella croce del Signore, udì con gli orecchi del corpo una voce scendere verso di lui dalla croce e dirgli per tre volte: «Francesco, va e ripara la mia chiesa che, come vedi, è tutta in rovina!». All’udire quella voce, Francesco rimane stupito e tutto tremante, perché nella chiesa è solo e, percependo nel cuore la forza del linguaggio divino, si sente rapito fuori dei sensi. Tornato finalmente in sé, si accinge ad obbedire, si concentra tutto nella missione di riparare la chiesa di mura, benché la parola divina si riferisse principalmente a quella Chiesa, che Cristo acquistò col suo sangue (At 20,28), come lo Spirito Santo gli avrebbe fatto capire e come egli stesso rivelò in seguito ai frati.”
dalla Vita di S. Francesco
Va e ripara la mia chiesa: anche noi desideriamo fare la nostra parte perché amiamo la Chiesa, in essa troviamo le sorgenti e l’alimento per la nostra fede. Nella fraternità della Chiesa troviamo l’aiuto per vivere l’esperienza cristiana. Ma come possiamo noi “riparare” la Chiesa di Gesù? È ancora il tema del Sinodo a suggerirci i passi da fare: comunione, partecipazione e missione.
La comunione che si vive nella Chiesa non è una semplice amicizia ma è teologale, cioè trova in Dio Padre il suo fondamento. Non stiamo insieme per simpatia o per comuni interessi, ma nel nome del Signore. Scrive Dietrich Bonhoffer:
“Io sono fratello per l’altro a motivo di ciò che Gesù Cristo ha fatto per me e in me, e l’altro mi è divenuto fratello a motivo di ciò che Gesù Cristo ha fatto per lui e in lui.”
Se non partiamo da qui, dall’amore di Gesù per ogni uomo e donna non costruiremo mai una comunità evangelica; il nostro IO sarà sempre superiore al NOI, le gelosie e invidie prevarranno sull’unità e la pace. Impariamo a guardare gli altri come Gesù li guardava dalla croce, con tenerezza e amore.
La partecipazione vuol dire vivere, da parte di tutti i battezzati, la corresponsabilità all’interno della Chiesa. Ognuno è chiamato a fare la sua parte per rendere bella la Chiesa abbandonando una volta per sempre la cattiva pratica della delega. Recuperiamo quello che don Milani diceva ai suoi ragazzi con il motto “I Care”, mi interessa, mi sta a cuore la Chiesa perché io sono Chiesa.
Già tanti cristiani vivono questa partecipazione alla vita della Chiesa e io ho imparato tanto da questi laici, sono stati per me e per la mia fede come un “magistero battesimale”. Sono grato a Dio di avermi fatto incontrare uomini e donne di fede che hanno fatto del bene al mio cammino.
La missione sappiamo bene cos’è, ce lo ricorda continuamente Papa Francesco, ma la viviamo ancora troppo poco. Legati con nostalgia al nostro passato non riusciamo a percorrere nuove strade per annunciare oggi il vangelo di Gesù. Missione è anche questione di stile, ce lo ricorda don Luigi Verdi della Fraternità di Romena:
“Non si cambia il modo distruggendolo, ma abbracciandolo”
La Chiesa è missionaria quando si mette a servire e non si fa servire, quando impara ad avere uno sguardo innamorato e non di condanna sulla società e la storia di oggi.
don Massimo